Come e perché ricominciare negli "anta" - Seconda parte
"Le necessità sono diventate risorse, vanno trasformate in tali" scrive la Dottoressa Parsi.
In questi giorni mi trovo in vacanza, ho maggior tempo a disposizione, tra un'escursione e l'altra, tra un filetto di persico in salsa e delle zucchine alla scapece, eccomi qui a scrivere la seconda parte di questa "storia".
Come già espresso nella pubblicazione precedente, negli "anta" ci si può rimettere in gioco in diversi modi.
Cosa ci trattiene dal farlo?
La paura.
Intraprendere una nuova avventura può sembrare una follia, ma la vera follia è NON farlo, se ci si rende conto che si ha bisogno di altro.
Per altro intendo molteplici cose: un cambiamento lavorativo, il coltivare le proprie passioni o, addirittura, un radicale cambiamento di vita. Per alcune di noi potrebbe essere necessario, prima, fare un lavoro interiore, per raggiungere determinate consapevolezze, per altre no.
La cosa rilevante è uscire dalla propria zona di "pseudo confort".
Scoprire quali sono le nostre reali esigenze significa poter vivere la propria vita al meglio.
Ci sono tante donne che lo hanno fatto, credetemi.
Ma vi voglio parlare della mia esperienza personale.
Dopo i cinquant'anni ho deciso che volevo cantare. Da ragazzina lo facevo nel coro della chiesa... Sono sicura che molte di voi hanno vissuto quest'esperienza.
Un giorno, non so come,ho partecipato ad una piccola festa di piazza, cantando, con successo, una canzone dei Cugini di campagna, avrò avuto dodici anni.
Ricordo, anche, che per molto tempo, in occasione del festival di San Remo con una cara amica, Deborah, compravamo TV Sorrisi e canzoni per avere i testi dei brani in gara e poter cantare quelli che ci erano piaciuti di più.
"Maledetta Primavera"... non so quante volte abbiamo fatto quel brano. Ci piaceva davvero molto...anche se, in alcuni punti, era difficile raggiungere le note alte.
Il canto ha fatto parte della mia vita per un bel po'. Intorno ai quindici anni lo abbandonai. La vita mi stava portando altrove.
Poi è arrivato il tempo del Canta Tu. Le mie figlie lo desideravano tanto e, così, lo comprammo... con le ragazze mi divertivo...e, anche, con alcuni amici.
Poi, ancora una volta, ci fu uno stop di diversi anni.
Ma la vita, qualche volta, ci mette davanti a situazioni particolari.
Un bel giorno decisi di riprendere, anzi di iniziare a fare delle lezioni. Era il periodo del Covid...senza dire niente a nessuno iniziai a studiare online con una giovane ma bravissima insegnante, Giulia D'Andrea, che oggi è una delle coriste di Renato Zero.
Non volevo che nessuno sapesse nulla...la mia intenzione era fare una sorpresa alla mia famiglia, pensando scioccamente che poche lezioni mi facessero diventare brava.
Dopo appena quattro mesi di studio, feci una follia, creai una mia band.
Sicuramente non era il momento giusto. Non ero all'abc del Canto... direi piuttosto che mi trovavo tra la A e la B.
Non avevo la tecnica necessaria. A parte usare il diaframma, non ero pronta. Eppure lo feci.
Dentro di me un grande desiderio di rivalsa.
Non solo volevo dimostrare che potevo, ma che potevo farlo piu che bene.
Intrapresi con coraggio e determinazione questa nuova avventura. La strada da percorrere non era semplice. Le persone mi guardavano come se fossi appena scesa da Marte.
Percepivo tanto scetticismo intorno a me, qualcuno mi disse, addirittura, di non rendermi ridicola.
Nonostante ciò, sempre mossa da quel forte senso di rivalsa, accettai di partecipare a due live. Il primo, per me, non fu proprio positivo...provai un senso di inadeguatezza. c'era qualcosa che non andava nella mia voce.
Poco dopo scoprii di avere due grandi edemi di Reinke sulle corde vocali. Dovevo essere operata.
Prima dell'intervento decisi di fare un altro live. Avevo formato un nuovo gruppo, loro volevano uscire ed io un po' per accontentarli, un po' per quel famoso senso di rivalsa, accettai. Vista la mia situazione scelsi dei brani con tonalità basse.
Mi vergognavo perché sapevo, non solo di avere una voce quasi da trans, ma soprattutto che non ero brava. Ho sofferto molto.
Più di una volta le mie sorelle mi dissero di lasciar perdere - il canto non fa per te... non sai cantare e stoni...questo non è il tuo percorso, ma quello di qualcun altro.
Certo non è stato il massimo sentirsi dire queste cose...vacillavo ma non mollavo e ad onor del vero c'era una cosa che non mi era mai capitata, stonare. Tutto, forse, mi si poteva dire ma non questo.
Mi sottoposi all'intervento chirurgico in quel di Verona. Fortunatamente andò tutto bene. Ci fu un lungo e difficile percorso di riabilitazione, con una fantastica logopedista, nonché cantante lirica, Giovanna Gallelli.
Con lei pian piano ho riscoperto il piacere di cantare, anche se da quel momento dovetti ricominciare tutto dall'inizio. Avevo una nuova voce, avevo una buona estensione vocale, ma non sapevo come poter gestire tutto ciò.
A gennaio 2024 ho fondato un nuovo gruppo, il terzo. Spero che sia quello definitivo. I miei musicisti sono molto bravi, sicuramente più di me😁
Nella mia band sono circondata da belle persone, con cui si è stabilito, quasi da subito, un bel feeling. Ci si aiuta, ci si sostiene vicendevolmente, ci si diverte.
Sono molto motivati a raggiungere degli obiettivi e tutto ciò mi piace.
Oggi quel senso di rivalsa è scomparso, fortunatamente, lasciando il posto al piacere, al divertimento, alla voglia di studiare, all'idea di nuovi live che ci attendono.
Attraverso mille peripezie, attraverso condizionamenti sbagliati, Valeria ha raggiunto un nuovo, importantissimo, obiettivo, essere sé stessa, non solo nella vita ma anche nel canto...come quando a 12 anni, cantava, su quel palco un brano dei cugini di campagna.
Ora voglio dire a Te, che mi stai leggendo un'ultima cosa.
"Sì sto parlando proprio a Te: Chiediti cosa ti appassiona veramente e come puoi integrarlo nella tua vita quotidiana. Forse è arrivato il momento di reinventarti".
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